venerdì 2 novembre 2012

Le donne della Belle Époque.

In un periodo storico come la Belle Époque, velato di ottimismo e noto per le sue grandi innovazioni e per il gusto raffinato soprattutto in ambito architettonico, si distinsero grandi figure di donne come Ida Rubinstein, Maria Melato, Isadora Duncan, Francesca Bertini.

In questo periodo storico le donne riscoprirono il gusto raffinato nel vestire, infatti, iniziarono a indossare abiti molto eleganti, grandi cappelli, particolari ventagli, piume, gioielli molto sfarzosi. 
In questo contesto sognante quindi esse riscoprivano il gusto raffinato del vivere e quindi anche la loro femminilità.


Un'importante protagonista della Belle Époque fu Ida Rubinstein, ballerina russa molto nota in particolar modo per la sua esibizione nel balletto Cléopâtre in cui indossò costumi molto belli disegnati da Léon Bakst. Ida Rubinstein inoltre fu anche modella per artisti come Art Déco e Antonio de la Gandara. Con grande fascino la donna si esibì anche in altre opere come Mille e una notte, Shéhérazade e Il martirio di San Sebastiano, opera che si rivelò per l'epoca sia un successo sia uno scandalo. 
Un'altra figura simbolo di quest'epoca fu anche Isadora Duncan, danzatrice statunitense che trascorse gran parte della sua vita in Europa. La celebre danzatrice era molto emancipata e indipendente. La sua indipendenza la Duncan la esprimeva soprattutto nelle sue esibizioni artistiche, infatti, indossando abiti leggeri e danzando a piedi nudi, ruppe con i canoni della danza accademica del periodo. Con la sua semplicità e la sua leggiadria, l'artista americana divenne un punto di riferimento molto importante per la danza.

Maria Melato invece fu un'attrice italiana che sin dalla giovane età dimostrò una grande passione per la recitazione. Molto importante era il suo ruolo sia in ambito teatrale come prima attrice sia in ambito cinematografico, interpretando importanti ruoli in alcune pellicole cinematografiche come Anna Karenina, Il volo degli aironi, Ritorno. La Melato fu ammirata in tutto il mondo per le sue esibizioni in importanti spettacoli teatrali come La figlia di Jorio, opera del D'Annunzio, La Duchessa di Padova dell'autore Oscar Wilde. 

Infine un altro personaggio conosciuto della Belle Époque fu Elena Seracini Vitiello, in arte Francesca Bertini. La donna fu un'importante attrice del contesto cinematografico italiano. Molte furono le sue esibizioni nei film muti e nelle commedie napoletane.
Nel 1915 la Bertini  si esibì come protagonista in Assunta Spina, raggiungendo così una grande notorietà. La donna era molto conosciuta per i suoi gusti raffinati e per il suo grande fascino: per esempio lei amava prendere il té con altre donne e indossava sempre abiti nuovi e eleganti. 

Le donne della Belle Époque quindi furono l'emblema della femminilità e della raffinatezza, distinguendosi soprattutto in ambito artistico, cinematografico e teatrale. 

domenica 7 ottobre 2012

Le meraviglie dell'arte olandese nelle opere di Vermeer.

Johannes Vermeer è uno degli artisti più importanti nell'ambito culturale olandese del 1600. La sua vita privata è avvolta dal mistero, infatti, non si conosce nemmeno la sua data di nascita. I suoi dipinti riproducono in tutte le loro sfumature temi molto intimi come il corteggiamento, la famiglia, scene di vita quotidiana, gli ampi scorci della città, la musica, la scrittura e la lettura.

Uno degli elementi che il celebre artista olandese riesce a mettere in evidenza nelle sue preziose tele è senza ombra di dubbio la brillantezza e la vivacità dei colori che pongono in rilievo alcuni particolari dei soggetti pittorici rappresentati.

Tra i dipinti più apprezzati di Johannes Vermeer vi è "Ragazza con il cappello rosso" custodita presso la National Gallery of Art di Washington. Il soggetto pittorico di questo prezioso dipinto è una giovane fanciulla che, rivolgendo lo sguardo verso il pittore, è colta nell'atto di appoggiare un braccio sullo schienale di una sedia. Spettacolare è l'uso del colore da parte dell'artista olandese che riesce con grande abilità a creare degli incredibili effetti di luce. L'abito e gli accessori della ragazza sono dipinti con colori molto vivi: il blu per la colorazione dell'abito di velluto, il bianco per la colorazione del pizzo e il rosso cremisi per la colorazione del cappello. 

Un'altra opera artistica di Vermeer è "La suonatrice di liuto" custodita presso il The Metropolitan Museum of Art di New York e dipinta nel 1675. Il soggetto pittorico di questo splendido lavoro è una giovane donna che indossa un abito elegante e delle preziose perle. Lo sguardo della ragazza è rivolto verso la finestra probabilmente nell'attesa trepidante di un uomo che avrebbe potuto suonare la viola da gamba posata sul pavimento. La donna inoltre è colta nell'atto di suonare il liuto. In questo capolavoro artistico Vermeer aggiunge un altro elemento importante oltre a quello della prospettiva e della realizzazione degli effetti di luce: la grande attenzione per le ombre. 

Un altro meraviglioso dipinto dell'artista olandese è "Giovane donna con bicchiere di vino" realizzato tra il 1659 e il 1660 e conservato presso l'Herzog Anton Ulrich-Museum Kunstmuseum des Landes Niedersachsen di Braunschweig. Mentre sullo sfondo viene rappresentato un giovane uomo che posa la mano sul capo, in primo piano viene ritratta una giovane ragazza con in mano un bicchiere di vino che gli viene offerto gentilmente da un ammiratore.
Il tema che quindi viene rappresentato è quello dell'adulazione da parte di un giovane nei confronti di una bella donna, tipico tema in voga tra i pittori del XVII secolo. Una delle caratteristiche di questo dipinto è senz'altro il fatto che lo sguardo della fanciulla sia rivolto verso il pittore. 

Nelle tre opere analizzate quindi è possibile notare come Johannes Vermeer cerchi di porre in risalto la brillantezza attraverso la manipolazione del colore, la realizzazione delle ombre e gli effetti particolari della luce.

giovedì 27 settembre 2012

John Constable: il sentimento nel paesaggio.


John Constable è considerato come uno degli esponenti più importanti del romanticismo inglese nel campo dell'arte e della pittura insieme a William Blake e a William Turner. L'artista inglese nasce nel 1776 da una famiglia benestante. Dal 1799 inizia a frequentare la Royal Academy di Londra, in quanto l'arte è da sempre la sua più grande passione.
Fino al 1802 John Constable continua i suoi studi e si fa impartire lezioni private da Georges Beaumont. Il pittore inoltre esegue la maggior parte dei suoi dipinti all'aria aperta: i paesaggi che spesso dipinge nelle sue tele sono quelli di campagna.

In Inghilterra inizialmente molti dei suoi dipinti non riscuotono un grande successo e nei primi tempi della sua carriera artistica, Constable vive una situazione economica non semplice. Nel 1829, in età adulta, l'artista inglese entra a far parte della Royal Academy della Capitale e dal 1833 inizia anche a impartire lezioni di pittura paesaggistica.

Una delle opere artistiche più conosciute del pittore inglese è: "Il Mulino di Flatford" conservato presso la Tate Gallery di Londra e dipinta da Constable nel primo ventennio del 1800. In questa tela viene dipinto un paesaggio di campagna. L'artista, prima di realizzare il dipinto vero e proprio, ha eseguito vari disegni preparatori che ha più volte modificato.
Il lato sinistro del dipinto è dominato dalla presenza del fiume sul quale fluttuano i barconi; con grande senso realistico in primo piano vengono rappresentati due barconi che compiono delle manovre: un giovane è colto nell'atto di liberare il cavo con cui il primo barcone è attaccato al cavallo, mentre un altro uomo è intento a girare un'altra imbarcazione con un grande palo. Sul lato destro della tela si intravede un grande prato verde che viene falciato da un uomo.

Tanti sono i particolari che si possono vedere nella tela: le varie tipologie di fiori, le case rappresentate in lontananza, gli alberi che si possono scorgere all'orizzonte. Uno degli elementi più rilevanti di questo quadro è l'uso del "colore locale" da parte dell'artista, ovvero il colore reale degli oggetti alla luce naturale.  Questo celebre capolavoro artistico è considerato come uno dei migliori lavori di John Constable soprattutto per la messa a fuoco meticolosa delle immagini. Agli occhi dell'osservatore, infatti, questo dipinto sembra essere una vera e propria riproduzione fotografica curata nei minimi particolari.

Un'altra sua nota tela è: "The White Horse" facente parte della collezione Frick di New York e dipinta nel 1819. In questo lavoro viene dipinta la scena dell'attraversamento del lago da parte di un uomo e del suo cavallo bianco. La scena ritratta però viene posta in secondo piano rispetto alla rappresentazione del paesaggio circostante che viene accuratamente dipinto con dei colori molto luminosi che rendono l'idea di limpidezza.

 John Constable quindi realizza delle tele aventi come soggetti pittorici rilevanti i paesaggi naturalistici, che vengono riprodotti con grande naturalezza grazie all'uso del "colore locale". Questi lavori artistici sono stati poi rivalutati dopo la sua morte e vengono apprezzati in tutto il mondo.

martedì 10 luglio 2012

Il romanticismo, alla ricerca della spiritualità e dell'infinito.


Il romanticismo è un movimento artistico, letterario, culturale che nasce sul finire del 1700 in Germania e in Gran Bretagna, per poi affermarsi nel corso del 1800 in vari Paesi europei. Due sono i significati più importanti che possono essere connessi a questo importante movimento: romantic che in letteratura rimanda a qualcosa di non reale e il significato di "pittoresco" inteso come uno stato d'animo che l'individuo prova davanti alla visione di un paesaggio naturale.

Alla fine del 1700 il romanticismo si diffonde anche in Germania in un contesto culturale legato alle leggende, ai canti popolari nordici e al mito cavalleresco del periodo medievale. In ambito artistico questo movimento si contrappone al neoclassicismo che ha come principi cardine il culto della bellezza classica e la razionalità. Il movimento romantico, infatti, si basa su principi non razionali come la fantasia, l'emotività, l'affermazione dell'artista dal punto di vista individuale, l'immaginazione, la spiritualità.
Uno degli esponenti del romanticismo tedesco è August Wilhelm von Schlegel secondo cui il movimento romantico è basato su concetti di eterogeneità e di diversità. E' difficile dare una definizione univoca del romanticismo, poiché è soggetto a varie interpretazioni, come ad esempio il rafforzamento dei sentimenti nazionali, la ricerca della modernità, la visione poetica della realtà,ecc...

I temi tipici del romanticismo sono i seguenti: la negazione della ragione illuminista a favore dell'elemento irrazionale, del sentimento, del sogno; il soggettivismo e l'individualismo, infatti, tutto è incentrato sull'individuo che deve riflettere su sé stesso e sulle sue problematiche (l'uomo esplora il suo "io"); l'esotismo inteso come fuga dal mondo reale per ricercare mete esotiche; il concetto di popolo e Nazione (rivalutazione dell'epoca medievale che avrebbe contribuito alla nascita delle Nazioni moderne); lo studio della storia che considera l'uomo in continuo mutamento; il ritorno alla religiosità e alla spiritualità, infatti, nell'accezione romantica l'individuo ha come sostegno la fede e si caratterizza per la sua tensione verso l'infinito.

I suoi principi cardine sono senz'altro la ricerca dell'assoluto che conduce l'uomo a tendere verso l'infinito, l'immenso; il sublime, ovvero lo stato d'animo di paura e di impotenza che l'infinito genera nell'uomo; il sehnsucht (il desiderio del desiderio): il sentimento che affligge l'individuo il quale, nel suo tendere verso l'infinito, trova riparo nell'interiorità; l'ironia che conduce l'essere umano verso la consapevolezza della sua limitatezza.

In ambito artistico questo movimento ha quali esponenti principali artisti celebri come i francesi Eugène Delacroix, Jean-Louis-Théodore Géricault, Théodore Rousseau, lo spagnolo Francisco Goya, gli inglesi William Blake, John Constable, William Turner, il tedesco Caspar David Friedrich, l'italiano Francesco Hayez.
Questi celebri artisti rappresentano soggetti pittorici come il sogno, le visioni, le catastrofi naturali, i paesaggi arcadici, l'infinitezza della natura, eventi di cronaca del tempo (soggetto privilegiato soprattutto dai pittori francesi), personaggi storici dell'epoca.

Il romanticismo quindi è un movimento artistico, letterario, filosofico e culturale che, avendo origini inglesi e tedesche, nel XIX secolo si diffonde anche in altri Paesi europei, ponendosi in contrasto con il neoclassicismo i cui principi cardine sono la razionalità e il culto della bellezza classica.

domenica 6 maggio 2012

Gusto raffinato e ottimismo nella Belle Époque.


La Belle Époque fu quel periodo storico compreso tra la fine del 1800 e l'inizio della prima guerra mondiale. La Belle Époque ebbe come Capitale Parigi e presto le sue tendenze si diffusero in Inghilterra e nelle altre Nazioni europee. 
Quest'epoca storica fu caratterizzata da una ventata ottimista dovuta alle grandi invenzioni e alle grandi scoperte fatte sul finire del 1800: la radio, il cinema, il vaccino contro la tubercolosi, l'invenzione dell'automobile, il contributo dato dalla Rivoluzione industriale e l'invenzione delle macchine a vapore che avrebbero permesso l'utilizzo di navi e treni, la creazione del motore a scoppio, l'introduzione dell'illuminazione elettrica, ecc.

Tutte queste comodità e grandi scoperte contribuirono quindi a garantire migliori condizioni di vita e a generare un clima di grande entusiasmo tra le persone. Questo fenomeno-definito anche Epoca Bella-fu prettamente europeo, infatti, si diffuse nelle Capitali del Vecchio Continente europeo.
Questa fu un'epoca storica in cui si registrarono dei risultati molto positivi in termini di crescita demografica, infatti, grazie alla riduzione della mortalità infantile e al calo del numero delle epidemie, la popolazione mondiale crebbe notevolmente.
La Capitale parigina è considerata l'emblema della Belle Époque, perché nacquero proprio in Francia nuovi movimenti artistici come l'impressionismo e nel 1889 inoltre per celebrare il centenario della Rivoluzione francese furono organizzate le famose Esposizioni Universali parigine.

In ambito architettonico si diffuse un nuovo stile, il liberty, che aveva come suoi principi cardine l'arredare in modo raffinato e un uso molto particolare dell'oggettistica. Una classe sociale che ebbe una grande importanza in questo periodo fu la borghesia che seppe dare dimostrazione della sua superiorità grazie alla sua ricchezza.
In Occidente inoltre i politici erano convinti che si sarebbe potuto evitare l'insorgere di conflitti disastrosi e dare vita quindi a un periodo di pace e prosperità. In un contesto storico caratterizzato da innumerevoli scoperte e da una situazione pacifica, i cittadini delle più grandi Capitali europee iniziarono con piacere a uscire dopo cena, recandosi nei cafés e nei teatri.

Nuove correnti artistiche si diffusero non solo in Francia, ma anche in altri Paesi europei: il futurismo in Italia, il cubismo sempre in Francia. Se però la Belle Époque da un lato garantì il trionfo della classe borghese, dall'altro causò l'oppressione dei popoli colonizzati, degli operai e dei contadini. Questo periodo di prosperità durò solo un trentennio, poiché nel 1914 l'Europa fu coinvolta nella prima guerra mondiale, che generò violenza e lotte intestine.

giovedì 26 aprile 2012

Le donne italiane nel secondo dopoguerra.


Nel corso della seconda guerra mondiale le donne italiane si resero conto che era finalmente arrivato il momento di cambiare la loro condizione sociale, per cui decisero di darsi da fare per cercare di emanciparsi sul piano sociale e politico; le donne italiane avevano quindi quale obiettivo quello di lottare fino in fondo per i loro diritti e per le loro libertà.
In primo luogo, negli anni della seconda guerra mondiale, esse furono protagoniste della Resistenza italiana, combattendo accanto ai loro amici, ai propri mariti. Spesso, con il loro contributo, mettevano a repentaglio la propria vita, cercando di portare viveri, armi e munizioni ai loro compagni partigiani che lottavano per la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista. Tante furono le donne italiane che durante il conflitto vennero arrestate o picchiate dai fascisti, perché avevano appoggiato la causa partigiana.

Nel secondo dopoguerra finalmente l'Italia si liberò della dittatura fascista ed era quindi arrivato il momento della ricostruzione sociale, politica ed economica del Paese; tra le protagoniste di questo cambiamento vi furono anche le donne, che finalmente il 2 giugno 1946 ottennero un diritto molto importante, quello al voto.
Un altro evento molto importante si ebbe sempre nel corso del secondo dopoguerra, ovvero l'elaborazione della Costituzione italiana presso Montecitorio: tra coloro che scrissero il nuovo Testo costituzionale vi furono ben ventuno donne, che rappresentavano tutta la popolazione femminile italiana e che discutevano di tematiche di vitale importanza come la famiglia, il lavoro.
Grazie anche al loro contributo il 1°gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione italiana, da cui anche loro erano formalmente rappresentate con la stesura dell'articolo 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Questi risultati furono importanti per le donne, ma ancora numerose questioni erano all'ordine del giorno e non erano state risolte; per esempio una questione molto dibattuta era nell'ambito del diritto di famiglia, poiché le ragazze erano ancora considerate come un possesso del padre, del proprio fratello e quando si sposavano dei propri mariti. All'interno dell'Assemblea Costituente non furono nemmeno trovati degli accordi in merito all'accesso alle carriere da parte delle italiane e in merito alla questione inerente la parità salariale tra uomo e donna.
Il secondo dopoguerra italiano non fu facile e le donne, nonostante stessero gradualmente acquisendo libertà importanti, dovevano lavorare in condizioni non semplici per poter sfamare non solo sé stesse, ma anche le loro famiglie. Inoltre la situazione politica ed economica dell'Italia alla fine del grande conflitto non era rosea, poiché fu un Paese sconfitto che doveva risollevarsi dopo un ventennio difficile come quello fascista.

Le italiane lavoravano, avevano acquisito il diritto di voto e iniziavano a sentirsi maggiormente libere rispetto al passato. Queste libertà però non erano viste di buon occhio dai loro padri, dai loro mariti, dalla Chiesa e dai principali esponenti politici che continuavano a inquadrare la donna nel ruolo di madre e moglie fedele che doveva realizzarsi solo all'interno della famiglia.
Anche nella campagna elettorale democristiana di quegli anni veniva ribadito ancora una volta come la donna dovesse essere considerata come rilevante in particolar modo all'interno della sua famiglia.

Quindi le donne si distinsero per grande valore e coraggio nel corso della Resistenza italiana, ottennero il diritto di voto nell'estate del 1946 e  parteciparono-anche se in numero minoritario- all'Assemblea Costituente con l'obiettivo di voler ricostruire la propria personalità e di acquisire maggiori libertà. A partire dagli anni Cinquanta iniziarono poi a registrarsi dei cambiamenti importanti per il raggiungimento di questi ultimi obiettivi.


sabato 31 marzo 2012

Pallade e il Centauro, quando mito e storia si intrecciano.


Uno dei temi ricorrenti nei dipinti di Sandro Botticelli è il mito che viene rappresentato in modo molto realistico. Un'opera artistica molto nota è "Pallade e il Centauro", dipinta dall'artista italiano tra il 1482 e il 1485 e custodita presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. In passato la tela si trovava presso il palazzo di Giovanni di Pierfrancesco De' Medici e di Lorenzo De' Medici. In questo quadro Sandro Botticelli utilizza dei colori a tempera su una tela di lino.
Questa è una delle opere artistiche che meglio fanno comprendere il rapporto tra il celebre artista italiano e la famiglia De' Medici. Per molto tempo essa è stata identificata in modo errato con un altro dipinto, "lo Stendardo", che in realtà è andato perduto.

Nella tela viene rappresentata una donna dalla carnagione chiara e lunghi capelli biondi che con la mano destra afferra il ciuffo di capelli di un centauro che viene rappresentato nell'atto di chiedere pietà e clemenza. La giovane donna, che rappresenta Pallade(Atena), con la mano sinistra invece tiene ben salda un'alabarda.
Per meglio comprendere il significato di questa celebre opera artistica, è importante delineare con attenzione il contesto storico in cui è stata realizzata.
In quegli anni, infatti, Firenze è al centro di una congiura- "La Congiura dei Pazzi"- ordita dal cardinale Raffaele Riario, nipote del papa Sisto IV, con il sostegno della famiglia nobile fiorentina dei Pazzi. I bersagli di questa congiura erano Lorenzo De' Medici e suo fratello; l'obiettivo era quindi quello di uccidere i due esponenti della famiglia medicea che sarebbero stati poi sostituiti da Girolamo Riario, un altro nipote di Sisto IV. Uno dei risultati più importanti che si sarebbero voluti ottenere con tale congiura inoltre sarebbe stato quello di assoggettare la città di Firenze a Roma.
Lorenzo il Magnifico però venne a conoscenza del complotto organizzato ai suoi danni, così fece arrestare e impiccare l'arcivescovo di Pisa, Francesco Salviati che aveva cospirato contro di lui e rafforzò ulteriormente il suo potere. I rapporti tra la sua famiglia e la Chiesa romana continuarono però a essere conflittuali, poichè il papa decise di condurre una vera e propria guerra contro Firenze.
Questo conflitto però non fu mai combattuto perchè Lorenzo il Magnifico riuscì, con la sua grande abilità diplomatica, a stringere numerose alleanze politico-strategiche. La Chiesa era isolata in tale circostanza, dovendo così rinunciare a un possibile scontro con Firenze.

La connessione tra questo capolavoro artistico e questo noto evento storico è molto evidente, infatti, si pensa che il Botticelli lo avesse realizzato per celebrare le grandi doti diplomatiche di Lorenzo De' Medici che era riuscito a evitare l'insorgere di un terribile conflitto contro la Chiesa.
Secondo una delle interpretazioni allegoriche Atena, dea delle arti e della saggezza, rappresenterebbe Lorenzo il Magnifico, mentre il Centauro rappresenterebbe la Chiesa che fu sconfitta sul piano diplomatico dall'abile nobile fiorentino. Secondo un'altra interpretazione l'opera potrebbe anche fare parte dei beni passati dal patrimonio di Lorenzo De' Medici a quello di Lorenzo minore, quando si verificò il fallimento del banco mediceo.

Analizzando meglio il soggetto pittorico è possibile ammirare la preziosità delle vesti della dea Atena, abbellite con serti di olivo, diamanti in castone d'oro e foglie d'acanto. Al centro del petto della donna viene rappresentato anche un anello diamantato. Sopra il capo inoltre la donna indossa invece una corona realizzata con foglie d'acanto.
Nelle vesti bianche della dea viene inoltre riportato anche lo stemma della famiglia medicea. La dea indossa anche un mantello verde scuro e i piedi sono coperti da calzari arancioni. Dietro le sue spalle essa indossa anche uno scudo. Sullo sfondo infine viene rappresentato un paesaggio marino e una nave che sta per partire.

In questo dipinto quindi uno degli obiettivi di Sandro Botticelli è quello di volere rappresentare una scena ripresa dal mito per analizzare con grande probabilità un evento storico volto a elogiare Firenze e la famiglia De' Medici.

lunedì 19 marzo 2012

Ciro il Grande: un sovrano illuminato e dalla grande indole militare.


Il regno persiano si affermò con il re Ciro II a partire dal 558 a. C.; i persiani guidati da Ciro II riuscirono a conquistare i vari territori dell'altopiano iranico, sottomettendo il popolo dei Medi, da cui acquisirono usi e costumi. Il celebre sovrano persiano fu il capostipite quindi della dinastia degli Achemenidi, gettando le basi del glorioso Impero che sarebbe stato in grado di fronteggiare, con i suoi futuri sovrani, gli antichi Greci in varie battaglie.

L'ascesa del sovrano persiano iniziò con la conquista della città di Ecbatana nel 550 a. C. Nel giro di pochi anni egli riuscì a conquistare nuove terre: nel 549 a. C. sconfisse suo cugino Arsame e riuscì ad annettere il regno di Parsua, due anni dopo si scontrò con le armate del re Creso di Lidia e, dopo averlo sconfitto in varie battaglie, lo costrinse alla resa finale nella Capitale del regno, Sardi (Asia Minore).
Grazie alle vittorie riportate tra il 545 a. C. e il 539 a. C., Ciro II ottenne i territori dell'Aracosia, della Battriana, della Drangiana, della Corasmia e della Sogdania. 
Il regno persiano diventava dunque sempre più importante e i suoi territori si espandevano fino all'Asia Minore, allo Iaxarte e all'Oxus. Ciro il Grande combatté un'altra grande battaglia nel 539 a. C., conquistando il regno babilonese. Il sovrano ebbe il consenso dei babilonesi, poiché permise alla vecchia classe dirigente di rimanere al potere e rispettò inoltre gli usi, i costumi e la religione locale. 
Uno dei primi provvedimenti importanti adottati dal sovrano persiano fu l'Editto del 538 a. C. con cui permise al popolo ebraico di ritornare nella propria terra natale e di ricostruire a Gerusalemme il proprio tempio.

Varie gloriose battaglie furono combattute dal grande esercito persiano, che riuscì ad annettere nuovi territori come la Siria, varie città fenicie e alcune regioni e confini nordorientali della Persia. Gli unici territori che Ciro II non riuscì a conquistare furono l'Egitto e Sparta, anche se progettava da tempo la loro annessione che sarebbe dovuta avvenire con grandi campagne militari.
Queste annessioni territoriali sarebbero state condotte dopo la sua morte per opera dei suoi successori al trono.  Ciro II, detto Il Grande, garantì lo sviluppo culturale e politico del grande regno che aveva creato; in primo luogo il re decise di porre come Capitale del suo regno la città di Pasargade, facendovi costruire monumenti fastosi e regali. In questa città venne costruito il palazzo reale e la celebre tomba del sovrano.
In futuro però la Capitale dell'Impero Persiano sarebbe diventata Persepoli, che fu poi nota per l'investitura regale dei vari sovrani.

Ciro il Grande fu un re molto rispettoso delle tradizioni, degli usi e delle religioni dei popoli sottomessi, amministrando quindi con grandezza e saggezza i suoi vasti territori. Egli era anche amante dell'arte e della cultura e era anche noto per le sue grandi abilità militari. Il primo re della dinastia degli Achemenidi morì nel 529 a. C. durante la campagna militare persiana contro i Massageti, popolazioni nomadi dell'Asia centrale, che in quel periodo stavano minando i confini orientali del grande Impero.

Ciro il Grande fu un sovrano illuminato, celebre per la sua grande umanità e per il suo amore per la cultura e l'arte. Egli però non riuscì a concludere il suo grande progetto, ovvero quello di trasformare dal punto di vista politico lo Stato persiano.    


domenica 4 marzo 2012

La lotta degli indiani americani e delle femministe chicane per l'ottenimento dei propri diritti.


Nel corso degli anni Sessanta anche gli indiani americani e le femministe chicane iniziarono la loro lotta per l'ottenimento di diritti fondamentali. Gli indiani americani erano costretti a vivere nelle riserve e avevano subito  passivamente le concessioni fatte loro dai bianchi americani. Nel 1924 divennero ufficialmente cittadini, anche se dieci anni dopo gli indiani americani iniziarono a formare dei governi di tipo tribale e, nonostante avessero ottenuto la cittadinanza, erano considerati come delle persone differenti rispetto ai bianchi americani dal punto di vista culturale.
Con il passare degli anni la situazione stava diventando sempre più insostenibile per loro: la disoccupazione era salita notevolmente, raggiungendo il 40%, molti giovani si suicidavano e con il tempo queste popolazioni stavano perdendo la propria identità culturale. Nel 1944 fu fondato il National Congress of American Indians, un'organizzazione che si prefiggeva quale obiettivo quello di ottenere i diritti degli indiani americani e delle popolazioni native dell'Alaska.
Quest'importante organizzazione inoltre aveva anche altri due importanti obiettivi: unire le tribù delle popolazioni  native americane e di recuperare la propria identità etnica e culturale.

Dopo anni difficili contrassegnati da umiliazioni e dalla perdita della loro identità culturale e etnica, nel 1961 finalmente i giovani di queste popolazioni iniziarono a pensare che era necessario fare qualcosa per cambiare il loro status sociale e per cercare di riconquistare i loro diritti.
Essi quindi si organizzarono per bene e fondarono l'Indian Youth Council, che si era prefisso quale fine quello di voler lottare in modo non violento per il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. La lotta per il raggiungimento dei diritti fondamentali fu pacifica, anche se all'interno del movimento indiano vi era una frangia radicale, l'American Indian Movement, che fu protagonista di due episodi molto importanti: l'occupazione di Wounded  Knee e del Boureau of Indians Affairs, sito a Washington.


Se i giovani indiani volevano cambiare la situazione in cui si trovavano, anche le femministe chicane volevano lottare per il riconoscimento dei loro diritti basilari; nel 1971 quindi esse si diedero da fare per organizzare la prima conferenza nazionale femminista chicana.
La scrittrice Gloria Anzaldùa è considerata come una delle principali esponenti del femminismo chicano e nei suoi scritti uno dei temi ricorrenti è il confronto tra culture e civiltà diverse. Nei suoi testi viene più volte descritto il concetto di frontiera, che viene visto non come un elemento che divide, ma che al contrario è mobile. Inoltre vivere nella frontiera non è così semplice, poiché richiede un dialogo costante e tanta diplomazia.

L'elemento che accomunava il movimento degli indiani americani e le femministe chicane era quindi quello di voler raggiungere con mezzi pacifici i propri diritti che venivano loro negati dal governo federale bianco.



martedì 14 febbraio 2012

Sandro Botticelli: tra mito e natura.


Sandro Botticelli nacque nel 1445 a Firenze da una famiglia di modesta condizione sociale. Dal 1464 al 1467 Sandro Botticelli svolse il suo apprendistato presso la bottega del maestro Filippo Lippi; nel 1470 quest'ultimo morì e il Botticelli aprì una bottega propria.
Il celebre pittore fiorentino si distingueva dai suoi colleghi artisti, infatti, nelle sue opere artistiche rappresentava la bellezza in tutti i suoi aspetti. Il suo obiettivo era inoltre quello di rappresentare la grazia e i sentimenti dei soggetti rappresentati. Un altro aspetto che caratterizzava le opere artistiche del celebre pittore era la prevalenza dell'elemento grafico rispetto all'attenzione per le tonalità cromatiche.

Uno dei dipinti più importanti del Botticelli fu la "Primavera" , realizzato intorno al 1478 ed oggi custodito presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Primavera è considerato un capolavoro dell'arte rinascimentale e come uno dei quadri più belli dell'artista fiorentino.
In quest'opera mito e natura si intrecciano, infatti, vengono rappresentati sia elementi paesaggistici incantevoli volti a sottolineare la bellezza e la perfezione della natura sia figure mitologiche come divinità e ninfe.
I personaggi dipinti sono divisi per gruppi; sul lato sinistro del quadro vi è un personaggio maschile colto nell'atto di cogliere un frutto da un albero e vestito con un mantello rosso e un pugnale, accanto all'uomo viene ritratto un primo gruppo composto da tre donne che danzano; al centro invece viene ritratta una giovane donna vestita di rosso e blu e un angelo (che si trova sopra di lei) colto nell'atto di scoccare una freccia.
A destra invece vi sono due donne: la prima indossa un abito di colore chiaro ornato di fiori, la seconda invece indossa solo una veste con il velo e sembra stia scappando dalla figura maschile raffigurata alle sue spalle.
Un elemento che è possibile riscontrare nell'opera è quello prospettico, il quale è determinato dalla disposizione  dei soggetti in tre distinti gruppi.

Sandro Botticelli, in questo dipinto, fece inoltre uso degli elementi chiaroscurali, infatti, utilizzò colori scuri per la colorazione dello sfondo e colori chiari per dipingere i vari personaggi. Secondo una lettura allegorica del dipinto da destra verso sinistra, il personaggio maschile che segue la donna con la veste velata sarebbe Zefiro (vento primaverile) che insegue la ninfa Clori, divinità dei fiori e della primavera; al centro invece viene rappresentata la dea della bellezza Venere e al di sopra di lei Eros, suo figlio e Dio dell'amore.
A sinistra invece vengono ritratte le tre Grazie: Aglaia, Eufrosine e Talia che simboleggiano rispettivamente lo splendore, la gioia e la prosperità. Infine sul lato sinistro è rappresentato il dio del commercio e dell'eloquenza Mercurio.

L'artista fiorentino in questo capolavoro trae ispirazione anche da fonti letterarie molto importanti, come il De rerum natura di Lucrezio e Le Metamorfosi e i Fasti di Ovidio. Nel dipinto inoltre vengono rappresentate anche varie piante e fiori: alberi d'arancio, fiordalisi, ranuncoli, crisantemi, papaveri.
Facendo un'analisi più approfondita dell'opera sembra evidente come Sandro Botticelli voglia celebrare la bellezza della natura.

martedì 7 febbraio 2012

Il femminismo in Svezia: un importante modello di emancipazione femminile.


Il movimento femminista svedese nacque alla fine del 1800, nel periodo in cui re Oscar concesse alle donne svedesi dei diritti importanti come il diritto di successione ereditaria, la libertà religiosa e importanti diritti alle donne nubili.
Grazie a un importante provvedimento del 1918 le donne svedesi ottennero anche l'estensione al suffragio, che avrebbe permesso loro di votare all'età di diciotto anni. Le donne in Svezia quindi erano molto emancipate e i diritti sociali e politici che avevano ottenuto garantivano loro di vivere meglio rispetto alle donne di altri Paesi mondiali. Negli anni Trenta inoltre lo Stato svedese concedeva loro numerosi servizi: lavanderie collettive, asili nido, ristoranti.

Anche in Svezia, come in altri Paesi europei, però il movimento femminista iniziò a essere operativo e meglio organizzato a partire dal 1968. Grazie a otto femministe svedesi venne fondato uno dei primi gruppi femministi del Paese, "il Gruppo Otto", che diede l'impulso alla nascita di nuovi gruppi. All'interno di questi circoli le militanti discutevano sulla parità tra uomo e donna che a loro avviso non era del tutto garantita neanche in Svezia.
Il 1970 fu un anno molto importante per il movimento femminista svedese, infatti, si tenne il primo Convegno femminista a cui parteciparono cento donne. Grazie alle lotte del femminismo svedese si da  grande impulso al raggiungimento della parità tra uomo e donna grazie agli insegnamenti impartiti sia ai bambini che alle bambine, alla Legge che permette alle donne di decidere autonomamente in tema di aborto a partire dal terzo mese di gravidanza. Un'importante Legge è quella sulla violenza sessuale, che sancisce delle pene molto severe anche nei casi di violenza coniugale.

Nonostante questi riconoscimenti importanti però esse oggi si sentono meno agevolate rispetto agli uomini nell'ambito dei diritti economici e nell'ambito politico: per esempio gli uomini percepiscono degli stipendi più elevati rispetto a loro e spesso ricoprono le cariche più prestigiose all'interno del Parlamento.
Anche nei sindacati operai, dove le le donne sono molte di più, sono gli uomini a ricoprire i ruoli dirigenziali. Nel biennio 1993-1994 inoltre il tasso di disoccupazione femminile è aumentato notevolmente soprattutto tra le donne facenti parte di nuclei familiari numerosi.
Una femminista svedese molto popolare è Gudrun Schyman che fino al 2006 ha fatto parte del Parlamento svedese. La Schyman inoltre fino al 2003 è stata la leader dello Swedish Left Party.
Nel 2005, appoggiando gli ideali del movimento femminista, è stata una delle principali fondatrici della Feminiist Initiative, il partito femminista svedese che alle elezioni parlamentari svedesi del 2006 ha ottenuto solo lo 0,68% dei voti. Gudrun Schyman inoltre afferma che gli uomini che commettono violenze sulle loro mogli devono essere puniti e sanzionati duramente.

In Svezia quindi le donne ottennero diritti molto importanti già dalla seconda metà del XIX secolo e il movimento femminista è diventato sempre più attivo in particolar modo dal 1968 fino ai nostri giorni, battendosi a favore della parità tra uomini e donne.

mercoledì 1 febbraio 2012

L'associazionismo femminile in Sudafrica.



In Sudafrica le donne nere dovettero subire varie forme di discriminazione: sociali, politiche, economiche, culturali. Una delle forme di discriminazione che le colpiva era in ambito familiare, in quanto esse erano soggette   a continue violenze sia da parte dei padri sia da parte dei propri mariti.
Le donne sudafricane dovevano sopportare anche la situazione politica che si era venuta profilando nel loro Paese, dove venne instaurato il regime razzista dell'apartheid. La minoranza bianca sudafricana aveva infatti il controllo del Sudafrica dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale. 
Il governo bianco emanò numerosi provvedimenti che erano tesi a colpire le sudafricane nere: per esempio nel 1950 fu varato il "The Urban Act" che limitava tantissimo la mobilità femminile nel Paese, inoltre per circolare nelle varie aree territoriali del Sudafrica le sudafricane nere erano costrette ad avere con sé un lasciapassare.

Essendo stanche dei soprusi e delle discriminazioni che dovevano continuamente subire, nel corso degli anni Cinquanta esse iniziarono a dar vita a tutta una serie di manifestazioni con l'intento di migliorare il loro status sociale. 
Il 1956 fu un anno molto importante, infatti, 146 delegate sudafricane decisero di incontrarsi per discutere dei problemi delle donne nere all'interno del loro Paese e dei diritti umani, che dovevano essere garantiti a tutta la comunità sudafricana. Nel corso degli anni Cinquanta tanti furono gli scioperi organizzati dalle sudafricane per protestare contro il provvedimento del governo bianco, il The Urban Act e per ottenere il pieno riconoscimento dei loro diritti. Una delle manifestazioni più grandi fu organizzata sempre nel 1956; in occasione di questo grande sciopero, che si tenne nel mese di agosto, scesero in piazza ben 20.000 donne sudafricane sempre con l'obiettivo di protestare contro questo impopolare provvedimento governativo. 
Le 20.000 sudafricane che parteciparono a questa imponente manifestazione ebbero anche il sostegno della Federation of South African Women (FSAW).

L'associazionismo femminile divenne sempre più importante in Sudafrica e negli anni Sessanta gli scioperi femminili furono tanti nonostante il governo avesse preso dei provvedimenti impopolari contro le varie organizzazioni che protestavano contro l'apartheid. Dopo decenni di lotte contro l'apartheid, nel corso degli anni Novanta, con l'avvento al potere di Nelson Mandela in seguito a elezioni democratiche, le donne sudafricane ottennero finalmente il riconoscimento dei loro diritti.
Numerosi furono i cambiamenti che si registrarono in Sudafrica a favore delle donne nere: l'innalzamento del livello di istruzione femminile, il rispetto di diritti fondamentali come la libertà di parola e d'associazione, l'espansione dei modelli di informazione, l'affermazione di un network locale e internazionale, la creazione di nuovi modelli di comunicazione, l'inserimento delle sudafricane nere nella realtà locali grazie all'operato di importanti ONG e di organizzazioni religiose.

Con la caduta dell'apartheid, il nuovo governo guidato da Nelson Mandela cercò di tutelare le donne grazie alla nuova Costituzione sudafricana, che garantiva loro di partecipare al processo di ricostruzione del Paese, avendo gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini. 
Le donne sudafricane quindi, grazie alla loro grande forza d'animo, ottennero dei grandi risultati che le condussero ad emanciparsi notevolmente.




mercoledì 18 gennaio 2012

La prospettiva pittorica e l'uso del colore in Alfred Sisley.


Il paesaggio è il soggetto pittorico più ricorrente nelle tele di Alfred Sisley che lo rappresenta in tutta la sua bellezza e in tutta la sua armonia. Egli mette in pratica nelle sue tele la tecnica en plain air, che consiste nel dipingere le opere artistiche all'aria aperta. I paesaggi che Alfred Sisley rappresenta in molti dei suoi quadri vengono realizzati traendo spunto da luoghi bellissimi e familiari per il celebre pittore impressionista: la Senna, la foresta di Fontainebleau,ecc.
Uno degli aspetti principali che è possibile riscontrare nelle opere artistiche del pittore impressionista è il riflesso dei raggi solari sull'acqua del fiume Senna, che viene reso con grande abilità e con delle tonalità di colore molto realistiche. 

Una delle opere artistiche realizzate da Sisley nel 1892 è "Le Canal du Loing", che è custodito presso il Museo d'Orsay di Parigi. Il dipinto rappresenta il canale situato a Moret-sur-Loing, dove l'artista si trasferisce nel 1882 per il resto della sua vita. La cittadina francese di Moret-sur-Loing è un luogo molto suggestivo e verrà riprodotto da Sisley in varie tele. 
Il Canal du Loing viene dipinto, in questo lavoro, dal lato della sua curvatura. In questo lavoro vengono anche rappresentati dei pioppi della stessa altezza disposti in modo lineare lungo il canale. In lontananza inoltre è possibile intravedere anche la sponda opposta del canale. In questa tela sembra essere rispettato l'elemento prospettico che Sisley utilizza in genere per la rappresentazione di lunghe strade che quasi sembrano scomparire in lontananza. Grande importanza assume anche la rappresentazione del cielo, che è riprodotto con grande attenzione e accuratezza. 
I colori principali che l'artista utilizza sono: il celeste chiaro per la colorazione del cielo e dell'acqua del canale, il bianco per le nuvole e per le case, il marrone chiaro per la colorazionedei pioppi e il verde chiaro per la colorazione della vegetazione rappresentata sul lato destro del quadro.

Un altro dipinto del pittore francese è: "Les Régates à Moseley", realizzato nel 1874 e conservato presso il Museo d'Orsay di Parigi. Questo quadro è dipinto adottando la tecnica di pittura a olio e rappresenta delle regate in corso a Moseley, in Francia. In questo lavoro è evidente l'appartenenza di Sisley al movimento pittorico impressionista, infatti, egli dipinge con pennellate molto rapide e dai colori molto vivaci e intensi come il verde, il celeste, il bianco, il giallo chiaro, il rosso e l'azzurro per la colorazione delle bandiere. Un altro elemento caratteristico dell'impressionismo che qui viene chiaramente rappresentato è il riflesso della luce sull'acqua del fiume. 
Anche in questa tela l'artista da grande importanza alla rappresentazione del cielo che viene reso con colori molto vivaci come l'azzurro e il verde.

Infine un'altra sua celebre opera è "La neve a Louviciennes", dipinto nel 1878 e custodito presso il Museo d'Orsay di Parigi. In questa tela viene rappresentato un paesaggio innevato a Louviciennes. Il colore predominante è il bianco che viene impiegato per la colorazione della neve. Uno degli elementi più evidenti è l'uso del colore da parte dell'artista che sembra voler studiare le variazioni della luce. Tra gli altri colori predominanti vi sono anche il giallo chiaro e il verde chiaro.
L'elemento prospettico è messo in risalto dalla lunga strada ricoperta di neve da cui in lontananza è possibile scorgere una personaggio molto piccolo. Questo capolavoro artistico infonde una sensazione di armonia tipica dei paesaggi invernali innevati.




domenica 1 gennaio 2012

Il femminismo italiano tra lotte e conquiste importanti.


Il movimento femminista italiano iniziò a essere operativo nel 1969, manifestando accanto ai giovani italiani che diedero vita alla rivolta studentesca. Le donne italiane avevano quale obiettivo la piena parità di diritti tra uomo e donna e nel 1971 il loro operato divenne ancora più incisivo, infatti, fu fondato nella città di Trento un circolo femminista, noto come Lotta femminista. L'anno seguente inoltre un gruppo di persone pubblicò anche un testo che criticava con durezza lo stato di oppressione che le donne erano costrette a subire sia nel luogo di lavoro sia nell'ambiente familiare (La coscienza sfruttata).
Le esponenti del movimento femminista italiano avevano quale obiettivo principale la totale liberazione delle donne da ogni forma di oppressione imposta dalla società maschilista. Esse volevano ottenere diritti importanti dal punto di vista sociale, economico, politico, giuridico.

Le richieste che le femministe italiane fecero furono molto importanti: la legalizzazione dell'aborto, la parità giuridica all'interno del nucleo familiare tra marito e moglie (pari diritti e responsabilità all'interno della famiglia, eliminazione della dote, la comunione dei beni, patria potestà per entrambi i coniugi, ecc.), l'istituzione del divorzio, la creazione di asili nido, parità di salario tra uomo e donna nel mondo del lavoro.
Durante le proteste femminili e studentesche le donne ottennero due importanti successi: l'adulterio non era più considerato come reato e la separazione nel caso in cui a commettere adulterio fosse stato il marito.
Nonostante questi due risultati importanti, però vi erano numerosi aspetti da cambiare a livello legislativo: per esempio le donne, una volta separate, non avrebbero potuto risposarsi e il divorzio ancora non esisteva.
Dopo innumerevoli lotte, venne presentato un progetto di legge che istituiva il divorzio; questo progetto divenne Legge il 1°dicembre 1970, ma fu messa in discussione da Democrazia Cristiana e dalla Chiesa, contrarie al Testo di legge.
Per questo motivo fu sottoposta a referendum da parte dei membri della DC a e della Chiesa che volevano abrogarla. Il risultato del referendum popolare però non ebbe esito positivo per i democristiani e per i cattolici, per cui la Legge rimase in vigore.

Le donne italiane in questi anni dimostrarono il loro grande carattere, non solo ottenendo innumerevoli successi, ma anche riuscendo a organizzarsi molto bene, dando vita ad assemblee, riunioni e coordinando molto bene la lotta per il riconoscimento dei loro diritti.
Tra le principali esponenti del femminismo italiano vi erano: Carla Accardi, Elvira Banotti, Carla Lonzi, Francesca Garavini.

Carla Lonzi era una critica d'arte e divenne una delle principali esponenti del femminismo in Italia. A suo avviso le donne erano vittime di un modello sociale maschilista che le opprimeva ed è proprio per questo motivo che esse si sarebbero dovute riscattare, esprimendo le loro opinioni personali.
La Lonzi affermava anche che queste si sarebbero dovute liberare dalla situazione di dominio maschile anche nell'ambito della sfera sessuale. Questi principi venivano sottolineati nel suo scritto: "Sputiamo su Hegel", in cui sosteneva che la donna era oppressa dall'uomo non solo dal punto di vista sociale, ma anche dal punto di vista sessuale.
A suo avviso Hegel definiva l'essere donna non come una condizione umana, ma come una condizione derivante da principi di natura divina. Il filosofo affermava anche che essa non doveva essere considerata nella sua soggettività, bensì come essere inferiore all'uomo inquadrabile soprattutto come parte integrante del contesto familiare. Carla Lonzi criticava aspramente questi aspetti del pensiero hegeliano che consideravano la donna come assoggettata al modello sociale patriarcale.

Il movimento femminista in Italia quindi ebbe un grande successo e ottenne risultati molto importanti, nonostante l'opposizione da parte della Democrazia Cristiana e della Chiesa cattolica.