mercoledì 21 agosto 2013

Mito e religione attraverso le opere di Gian Lorenzo Bernini



Il più grande esponente dell'arte barocca è Gian Lorenzo Bernini, poliedrico architetto, scenografo, scultore. Egli realizza opere artistiche che gli vengono commissionate da vari papi, come Urbano VIII, Paolo V, Gregorio XV, Innocenzo X, Alessandro VII e Clemente X. Egli si forma in campo artistico, iniziando la sua attività come collaboratore del padre. Egli realizza opere, basandosi sul patrimonio artistico classico. L'artista raggiunge la sua prima maturità, realizzando tutta una serie di statue che si ispirano al tema biblico e a quello mitico, come per esempio David e Apollo e Dafne.

L'opera scultorea David si ispira a un tema biblico, è realizzata in marmo nel 1623 ed è custodita presso la Galleria Borghese di Roma. L'opera gli è stata commissionata dal cardinale Scipione Borghese.

Il David viene rappresentato dal celebre architetto in procinto di lanciare il sasso con la fionda. L'espressione del viso evoca inoltre lo sforzo compiuto da David nel compiere quest'azione.
Lo sforzo inoltre è evidente sia nella rotazione delle gambe sia nella curvatura del busto. Un altro particolare riscontrabile è la rappresentazione della concentrazione attraverso gli occhi che sono intenti nel prendere una precisa mira. Osservando l'opera del Bernini si può intravedere l'istantaneità: l'azione, infatti, sta per essere eseguita e il corpo sta per acquisire di nuovo la posizione eretta.

Incentrata sul tema mitico è invece Apollo e Dafne, in marmo, realizzata tra il 1622 e il 1624 e conservata presso la Galleria Borghese di Roma. L'opera viene sempre eseguita su commissione del cardinale Scipione Borghese. Il mito a cui si ispira il Bernini è quello che ha per protagonista la ninfa Dafne che chiede a Zeus di essere tramutata in alloro, perché non vuole essere oggetto di violenza del Dio Apollo.
Uno degli obiettivi dell'opera è la rappresentazione dell'attimo fuggente che è la dinamica stessa della vita. La composizione artistica ha come obiettivo quello di rappresentare il moto, la rapidità, a tal punto da ricordare un comportamento ballettistico. La ninfa grida, cercando di sfuggire al Dio, il quale invece schiude la bocca, mentre corre.
Le due figure rappresentate si dispongono secondo una linea obliqua che parte dalle gamba sinistra alzata di Apollo e che raggiunge l'apice nella mano destra della ninfa, già diventata una fronda, rendendo l'idea di armonia. Come ricordato, la statua è in marmo, il cui trattamento è molto raffinato, rendendo l'idea di trasparenza e dell'assenza di contrasti. In quest'opera Gian Lorenzo Bernini riesce a trasformare una scena drammatica in una scena armoniosa che provoca una sensazione di stupore e meraviglia nello spettatore.