L'unità d'Italia è stato un processo molto lungo che ha visto come protagonisti non solo uomini coraggiosi come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, ma anche donne italiane eroiche e coraggiose. Molte di esse hanno sostenuto la causa nazionale combattendo al fianco dei loro mariti, mentre altre invece hanno contribuito alla formazione dello Stato nazionale, appoggiando moralmente i loro congiunti che scendevano sul campo di battaglia, mettendo a repentaglio la loro vita.
Vi sono esempi di donne italiane che si distinsero per il loro coraggio nel corso dei moti risorgimentali in vari modi; ad esempio Nina Schiaffino Giustiniani e Bianca De Simoni Rebizzo diedero ospitalità agli esuli presso le loro abitazioni, Antonietta De Pace che, appoggiando gli ideali mazziniani, istituì i comitati a sostegno di Roma Capitale (essendo però poi arrestata e condotta presso le dure carceri borboniche).
Un altro esempio di eroina protagonista dei moti risorgimentali italiani è Enrichetta Caracciolo, di nobili origini, che fu costretta alla vita di clausura a causa dei suoi ideali liberali. La donna riuscì a scappare dal convento nel 1864 grazie all'aiuto di Garibaldi; successivamente scrisse anche un libro, "I misteri del chiostro napoletano", in cui raccontava gli anni terribili passati in convento, essendo costretta a subire vari soprusi.
Anita Garibaldi fu un'altra delle grandi eroine che si distinse per il suo grande valore e la sua fierezza d'animo nel corso del Risorgimento italiano.
Anita, dopo aver mostrato il suo grande valore in battaglia in Sud America al fianco del compagno, decise di seguire il marito Giuseppe in Italia. Giunta a Nizza, la donna si stabilì presso l'abitazione della madre di Garibaldi; la convivenza con la suocera si rivelò molto difficile, ma Anita rimase in Italia per amore dei figli e del marito, che era sempre in giro per l'Italia intento a combattere contro i nemici del grande sogno italiano, l'unità nazionale.
La donna però viveva sempre più con sofferenza la lontananza dal suo amato, il quale si trovava a Roma per difendere la neo Repubblica Romana dagli attacchi dell'esercito che appoggiava il Papa. In questa circostanza quindi lei decise di raggiungere il marito nella città romana. Travestendosi da uomo Anita combatteva al fianco di Garibaldi e dei suoi compagni. Presto la situazione volse a favore delle truppe nemiche e Garibaldi, i suoi uomini e la giovane moglie del Generale italiano furono costretti alla fuga. Nel corso del viaggio che gli avrebbe condotti verso la salvezza, Anita si ammalò gravemente, morendo in giovane età. Con grande valore e grande spirito di sacrificio la donna visse gli ultimi istanti della sua vita accanto al suo grande amore.
Un altro esempio di grande eroina italiana è Cristina Trivulzio di Belgioioso, la quale si distinse nel corso dei moti risorgimentali per il suo grande temperamento. La donna inizialmente fu una delle grandi protagoniste del riformismo sociale, per poi abbracciare gli ideali rivoluzionari, che avrebbero condotto all'unità d'Italia.
Fu grande protagonista delle celebri "Cinque giornate di Milano"(1848), guidando "La Divisione Belgioioso" che era costituita da duecento uomini volontari.
Successivamente Cristina giunse nella Repubblica romana, dove con grande ingegno decise di prestare soccorso ai feriti e agli ammalati con l'aiuto di un folto gruppo di donne.
Dopo la caduta della Repubblica romana, la donna dovette rifugiarsi prima a Civitavecchia, a Malta, ad Atene e a Costantinopoli. Dopo aver visitato vari Paesi orientali, la donna ritornò in Italia, subendo la confisca dei beni da parte degli austriaci.
Tante sono state le donne che si sono battute per la formazione dello Stato unitario italiano, ma tra esse- esempio di grande fierezza e orgoglio per la Nazione-si ricordano anche Colomba Antonietta Porzi che morì durante i combattimenti e Tonina Mariniello che riuscì a imbarcarsi con i Mille, dopo essersi travestita da uomo.
Quindi non solo gli uomini, ma anche le donne italiane combatterono per la causa nazionale, contribuendo al processo che il 17 marzo 1861 condusse alla costituzione del Regno d'Italia.
Tante sono state le donne che si sono battute per la formazione dello Stato unitario italiano, ma tra esse- esempio di grande fierezza e orgoglio per la Nazione-si ricordano anche Colomba Antonietta Porzi che morì durante i combattimenti e Tonina Mariniello che riuscì a imbarcarsi con i Mille, dopo essersi travestita da uomo.
Quindi non solo gli uomini, ma anche le donne italiane combatterono per la causa nazionale, contribuendo al processo che il 17 marzo 1861 condusse alla costituzione del Regno d'Italia.
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