domenica 22 ottobre 2017

Al Complesso del Vittoriano la magia del colore nell'arte in compagnia di Claude Monet

Dal celebre Musée Marmottan Monet di Parigi sono giunte a Roma, nel complesso del Vittoriano, tantissime e favolose tele del padre dell'impressionismo Claude Monet.
In questi lavori dell'artista francese è possibile riscontrare la sua grande capacità di catturare tutto ciò che è presente nella natura circostante e riprodurlo su tele realizzate con la tecnica della pittura ad olio. Ogni paesaggio - da quello più luminoso a quello più scuro e invernale - viene reso con delle pennellate rapide, luminose e cariche di energia. La natura in ogni suo minimo particolare appare allo spettatore in tutta la sua rigogliosità e in tutto il suo splendore.

Tra le tante opere che ho potuto apprezzare, avendo avuto modo di vedere la mostra di Monet a Roma, quelle che hanno maggiormente attirato la mia attenzione sono le seguenti: Il castello di Dolceacqua del 1884;Barca a vela. Effetto sera del 1885; Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi del 1905; Le rose del 1925-1926.






Il castello di Dolceacqua (The castle of Dolceacqua), dipinto nel 1884, fu un'opera che Monet realizzò nel corso del suo soggiorno in Liguria durato ben 79 giorni (dal 18 gennaio 1884 al 3 aprile dello stesso anno). Come è riscontrabile dalla lettera scritta dall'artista all'amico Durand-Ruel: "Tutto è mirabile, e ogni giorno la campagna è più bella, ed io sono stregato dal paese. Qui tutto è bellezza e il tempo è superbo", questo viaggio in terra italiana fu molto importante per la formazione professionale del genio artistico francese. Il pittore, con la tecnica en plein air, dipinge il paesaggio del borgo medievale di Dolceacqua, concentrandosi sulla costruzione del castello di Dolceacqua che svetta su una collina e sul ponte che si scorge dal basso. Situato nella provincia di Imperia, il borgo di Dolceacqua è stato oggetto nel corso della storia di tantissimi insediamenti sin dalla preistoria e nel corso del Medioevo, nel 1177, i conti di Ventimiglia decisero di costruire un castello-fortezza abbarbicato sulla collina avente una funzione difensiva; questo castello sarebbe poi diventato celebre circa 100 anni dopo grazie alla famiglia genovese dei Doria che ne prese possesso.


Monet rimase talmente affascinato e "stregato" da questo paesaggio che decise quindi di ritrarlo in una tela dalle pennellate rapide ed energiche dai colori luminosi come ad esempio il celeste per la resa del cielo, il marrone e il verde per la rappresentazione della natura, il giallo e i colori chiari per la rappresentazione del ponte e del castello.




Barca a vela. Effetto sera (The sailing Boat. Evening Effect) fu dipinto da Claude Monet nel 1885 nel corso del suo soggiorno in Normandia dal 1880 al 1885, in cui egli rimase molto colpito dalle falesie e dal mare della Normandia. Nel dipinto non viene rappresentata una scena paesaggistica statica, ma una scena in movimento, ovvero la barca a vela che fluttua sul mare. Il dipinto venne realizzato con delle pennellate molto lunghe e la materia è spessa. Il soggetto rappresentato quindi vuole rendere l'idea del movimento e della grande forza della natura rappresentata da terra e mare che vengono quasi colti come se fossero "in lotta" tra di loro.

I colori utilizzati per la resa del paesaggio sono il giallo vivo, il bianco e il rosso per la colorazione del cielo; il verde, l'azzurro e il giallo per la colorazione del mare e infine il blu scuro per dipingere la sagoma della barca a vela che si scorge al centro della scena rappresentata.






Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (fu dipinto nel 1905 e nella mostra romana si trova nella sezione di dipinti chiamata "Monet, cacciatore di motivi" in cui è possibile scorgere tutte le opere artistiche che il pittore francese realizzò nel corso dei suoi tanti viaggi. Londra fu una delle capitali che visitò con grande interesse, poiché rimase affascinato dalla visione delle tante opere artistiche realizzate da Constable e da Turner. In questo celebre dipinto viene rappresentato il Parlamento di Londra avvolto dalla nota fog londinese (nebbia) che avvolge la capitale britannica nei mesi autunnali e invernali. I colori utilizzati nella tela sono il grigio e il bianco per rendere l'idea della nebbia, il blu scuro e il nero per dipingere il castello ed infine il giallo e l'arancio per il colore del fiume Tamigi.






Le rose (The roses) fu dipinto nel biennio 1925-1926. Questo dipinto rientra nel ciclo di opere rappresentanti i fiori, uno degli elementi della natura che Monet predilige più di ogni altro, considerando la sua grande passione per il giardinaggio.


In questa tela vengono rappresentate le rose rosa, le quali infondono nello spettatore una sensazione di pace e armonia. Il quadro è di grandi dimensioni e colpisce notevolmente chi lo osserva in primo luogo per i colori scelti dall'artista: dal rosa vivace utilizzato per dipingere le rose, ai verdi scuro e chiaro usati per dipingere rami e foglie fino al celeste chiaro del cielo, in secondo luogo, nel momento in cui ti trovi davanti a questo dipinto, rimani stupefatto dalla bellezza del soggetto che Monet ha scelto. E' quasi possibile infatti captare le sensazioni che l'artista ha voluto trasmettere nella rappresentazione di questi bellissimi fiori: pace e tranquillità d'animo.


Andare a vedere la mostra del maestro francese è stata un'esperienza bellissima e indimenticabile, poiché mi ha lasciata non solo entusiasta, ma mi ha trasmesso anche delle emozioni bellissime, come per esempio l'amore sempre più incondizionato verso la natura e la pace che essa mi ha trasmesso: una natura che l'uomo purtroppo non capisce e che ahimé rovina, quando in realtà bisognerebbe sempre rispettarla!



















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