Le donne sudafricane dovevano sopportare anche la situazione politica che si era venuta profilando nel loro Paese, dove venne instaurato il regime razzista dell'apartheid. La minoranza bianca sudafricana aveva infatti il controllo del Sudafrica dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale.
Il governo bianco emanò numerosi provvedimenti che erano tesi a colpire le sudafricane nere: per esempio nel 1950 fu varato il "The Urban Act" che limitava tantissimo la mobilità femminile nel Paese, inoltre per circolare nelle varie aree territoriali del Sudafrica le sudafricane nere erano costrette ad avere con sé un lasciapassare.
Essendo stanche dei soprusi e delle discriminazioni che dovevano continuamente subire, nel corso degli anni Cinquanta esse iniziarono a dar vita a tutta una serie di manifestazioni con l'intento di migliorare il loro status sociale.
Il 1956 fu un anno molto importante, infatti, 146 delegate sudafricane decisero di incontrarsi per discutere dei problemi delle donne nere all'interno del loro Paese e dei diritti umani, che dovevano essere garantiti a tutta la comunità sudafricana. Nel corso degli anni Cinquanta tanti furono gli scioperi organizzati dalle sudafricane per protestare contro il provvedimento del governo bianco, il The Urban Act e per ottenere il pieno riconoscimento dei loro diritti. Una delle manifestazioni più grandi fu organizzata sempre nel 1956; in occasione di questo grande sciopero, che si tenne nel mese di agosto, scesero in piazza ben 20.000 donne sudafricane sempre con l'obiettivo di protestare contro questo impopolare provvedimento governativo.
Le 20.000 sudafricane che parteciparono a questa imponente manifestazione ebbero anche il sostegno della Federation of South African Women (FSAW).
L'associazionismo femminile divenne sempre più importante in Sudafrica e negli anni Sessanta gli scioperi femminili furono tanti nonostante il governo avesse preso dei provvedimenti impopolari contro le varie organizzazioni che protestavano contro l'apartheid. Dopo decenni di lotte contro l'apartheid, nel corso degli anni Novanta, con l'avvento al potere di Nelson Mandela in seguito a elezioni democratiche, le donne sudafricane ottennero finalmente il riconoscimento dei loro diritti.
Numerosi furono i cambiamenti che si registrarono in Sudafrica a favore delle donne nere: l'innalzamento del livello di istruzione femminile, il rispetto di diritti fondamentali come la libertà di parola e d'associazione, l'espansione dei modelli di informazione, l'affermazione di un network locale e internazionale, la creazione di nuovi modelli di comunicazione, l'inserimento delle sudafricane nere nella realtà locali grazie all'operato di importanti ONG e di organizzazioni religiose.
Con la caduta dell'apartheid, il nuovo governo guidato da Nelson Mandela cercò di tutelare le donne grazie alla nuova Costituzione sudafricana, che garantiva loro di partecipare al processo di ricostruzione del Paese, avendo gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini.
Le donne sudafricane quindi, grazie alla loro grande forza d'animo, ottennero dei grandi risultati che le condussero ad emanciparsi notevolmente.
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