mercoledì 3 agosto 2011
La Rivoluzione francese fino all'instaurazione della Prima Repubblica Francese
Con la presa della Bastiglia, la situazione politica del Paese era ancora instabile e la Rivoluzione francese quindi era ancora in atto. In seguito ai fatti che condussero la Francia a intraprendere un nuovo corso politico, scoppiò la rivolta dei contadini, i quali non tolleravano più il fatto di dover pagare la maggior parte delle tasse del Paese. Pochi giorni dopo l'inizio della Rivoluzione francese, che aveva raggiunto l'apice con la presa della Bastiglia, i contadini decisero di iniziare il loro atto di forza, prendendo d'assalto numerosi castelli, bruciando i documenti che erano il simbolo del potere feudale e uccidendo vari uomini influenti della Francia.
Presto quindi gli esponenti che facevano parte della nuova Assemblea Nazionale francese dovettero procedere verso un processo di riforma di grande portata, poiché furono aboliti i privilegi delle classi più ricche del Paese e tutti i ceti sociali avrebbero dovuto pagare le tasse in modo equo.
Il 26 agosto 1789 fu anche redatta l'importante "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino", secondo cui dovevano essere concessi a tutti i cittadini francesi diritti fondamentali come le libertà(tra cui la libertà di stampa e di parola), l'eguaglianza sancita di tutti i cittadini davanti alla legge, il diritto per tutti di avere accesso alla proprietà privata, la resistenza all'oppressione, la sovranità popolare, che permetteva al popolo di scegliere autonomamente i suoi rappresentati politici. in sostanza quindi la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino era da preludio alla stesura della futura Costituzione francese.
Sia la rivolta dei contadini che il nuovo testo che sanciva i diritti e i doveri dell'uomo e del cittadino furono degli eventi molto importanti per il Paese, che iniziava a credere nella fratellanza e nella libertà.
Il 3 settembre 1791 venne varata inoltre la nuova Costituzione francese, accolta con un grande entusiasmo popolare; infatti, questo testo permetteva solo a coloro che pagavano le imposte di votare in seno al Paese(la maggior parte dei cittadini francesi).
Con la nuova Costituzione, la Francia diventava una monarchia costituzionale e due erano gli organi più importanti: l'Assemblea legislativa che aveva il compito di far approvare le leggi del Paese e il sovrano che, avendo potere esecutivo, poteva imporre un veto sulle leggi da approvare. In questa fase storica della Rivoluzione francese si affermarono anche tre movimenti politici: i giacobini che erano vicini alle rivendicazioni popolari e che volevano ancora nuove conquiste per il popolo, i foglianti che appoggiavano idee più moderate e volevano escludere dal processo di riforme i cittadini francesi e i girondini che invece appoggiavano la nascita in Francia di un governo di tipo repubblicano e una lotta contro i Paesi assolutistici dell'epoca.
Nonostante i grandi progressi fatti, in seno al Paese si riacutizzarono tre questioni molto complesse: l'opposizione del clero alla decisione del governo costituzionale di confiscare i beni ecclesiastici, la crescita del debito pubblico e l'atteggiamento non amichevole da parte della classe aristocratica nei confronti del nuovo governo.
Preoccupato dall'evolvere degli eventi, il re Luigi XVI decise di scappare con la famiglia dalla Francia; la sua fuga fu però scoperta e il re e i membri della sua famiglia furono fatti prigionieri presso il palazzo delle Tuileries. Il re era stato anche sospeso dalle sue cariche politiche.
Nel 1792 un altro evento sconvolse la Francia, la quale era già scossa dagli episodi che si verificarono nel corso della Rivoluzione; infatti, il Paese dichiarò guerra all'Austria che godeva invece del prezioso appoggio dato dai prussiani. I francesi persero in occasione di numerose battaglie, essendo impreparati dal punto di vista militare. La situazione era talmente al punto che il re fu fatto prigioniero presso il palazzo delle Tuileries dal popolo in rivolta. In quest'occasione morirono numerosi nobili e preti.
Sempre nello stesso anno l'Assemblea legislativa prese in mano la situazione, decidendo di promulgare delle elezioni a cui avevano accesso al voto tutti i cittadini. Queste elezioni servivano per eleggere una nuova Assemblea che avrebbe condotto alla stesura di un nuovo Testo costituzionale.
Dopo la formazione della Convenzione Nazionale, la Francia passò da un regime politico monarchico a un regime politico repubblicano.
La guerra contro l'Austria e la Prussia non si era ancora conclusa e le truppe francesi nel 1793 ottennero il controllo della Savoia e del Belgio. In realtà però la situazione stava volgendo al peggio per i francesi che erano sempre più isolati dal punto di vista internazionale, infatti, la maggior parte dei Paesi europei appoggiava le altre due Potenze in campo. La guerra era quindi ben lungi dal concludersi e altri eventi drammatici avrebbero colpito la Francia.
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