venerdì 25 novembre 2011

L'equilibrio e la serenità nelle opere di Pierre-Auguste Renoir.


Pierre-Auguste Renoir è senza ombra di dubbio uno dei pittori impressionisti che rappresenta la bellezza attraverso i paesaggi naturali, la delicatezza dei volti femminili. Le scene che vengono elaborate con grande accuratezza nelle sue opere artistiche esprimono la gioia di vivere e il sentimento di felicità. Pierre-Auguste Renoir inoltre, così come altri pittori impressionisti, dipinge i suoi quadri adottando la tecnica di pittura en plain air.

Una delle sue più celebri opere artistiche è "Bal du moulin de la Galette", dipinto nel 1876 e conservato presso il Museo d'Orsay. Il quadro è stato esposto per la prima volta l'anno successivo in occasione della mostra tenuta dal gruppo degli impressionisti francesi.  In questa tela viene rappresentata una scena di vita quotidiana: uomini e donne colti sia nell'atto di danzare sia seduti, mentre si svagano presso il celebre café parigino Le Moulin de la Galette.
In questo dipinto viene resa molto bene l'idea di movimento grazie alla rappresentazione degli uomini e delle donne colti nell'atto di danzare. Questo effetto ottico viene reso in modo magistrale dall'artista francese attraverso l'effetto della luce che sembra a tratti artificiale e a tratti naturale. Questa tela è considerata come uno dei principali capolavori di Renoir, che utilizza anche dei colori molto intensi e vibranti come l'azzurro scuro, il bianco, il giallo, il rosa chiaro, il verde per la colorazione degli alberi che si scorgono sullo sfondo.
La scena che viene dipinta dall'artista trasmette un senso di equilibrio e di grande quiete.
Il pittore ritrae in primo piano uomini e donne seduti sia su delle panchine sia attorno ai tavoli del café parigino e in secondo piano donne e uomini mentre danzano, rendendo chiaramente l'idea di una vera e propria profondità prospettica (la quale viene risaltata anche dalla variazione del colore).

Nel 1881 egli dipinge un altro bellissimo quadro, "Doge's Palace, Venice", che oggi è conservato presso il Clark Art Institute di Williamstown, negli Stati Uniti. Renoir rappresenta in questa tela Venezia ripresa dalla laguna. Egli in quest'occasione decide di dipingere un paesaggio, non delle classiche scene di vita quotidiana. Utilizzando una tecnica di pittura tipicamente impressionista, egli fa uso di colori dalle tonalità molto chiare come l'azzurro per la colorazione della laguna e del cielo, il bianco e il giallo per la colorazione delle vele delle barche fluttuanti sulla laguna, il grigio chiaro e il marrone chiaro per la colorazione dei palazzi rappresentati sullo sfondo.
Un elemento importante visibile nella tela è la riproduzione del riflesso della luce del cielo sull'acqua della laguna; il riflesso della luce è reso con vari colori: bianco, azzurro, giallo chiaro e verde chiaro. Il paesaggio è dipinto nel corso di una bella giornata che rende l'idea di serenità e armonia. Ancora una volta Pierre-Auguste Renoir rappresenta la bellezza attraverso il paesaggio.

Nei suoi capolavori quindi l'artista francese è in grado di riprodurre delle scene paesaggistiche e di vita quotidiana serene che danno la sensazione di pace e tranquillità.





domenica 20 novembre 2011

Gli ideali femministi nelle opere letterarie di Virginia Woolf, Simone De Beauvoir e Betty Friedan.


Il movimento femminista, dopo aver raggiunto importanti obiettivi come il raggiungimento del diritto di voto in numerosi Paesi mondiali(tra cui la Gran Bretagna), subì una battuta d'arresto nel periodo compreso tra la prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale. In quest'arco temporale gli ideali del movimento femminista quindi  passarono in secondo piano, considerate le grandi difficoltà riscontrate durante i due conflitti mondiali. Anche tra gli anni Cinquanta e la prima parte degli anni Sessanta la donna veniva considerata
subordinata all'uomo e come colei che doveva occuparsi dell'educazione dei figli e delle faccende domestiche.
In questi anni così difficili quindi le idee femministe continuarono ad essere presenti in ambito sociale attraverso i romanzi elaborati da tre note scrittrici: l'inglese Virginia Woolf, la francese Simone De Beauvoir e l'americana Betty Friedan. 

Virginia Woolf  aderì pienamente agli ideali femministi in uno dei suoi celebri romanzi: "Le tre ghinee". Le tre ghinee è un saggio in cui la scrittrice inglese immaginava che un'associazione maschile pacifista le avesse chiesto di realizzare tutta una serie di iniziative volte a scongiurare lo scoppio di un terribile conflitto. 
La Woolf, con grande estro creativo, immaginava di possedere tre ghinee mediante il quale finanziarie delle iniziative di beneficenza al fine di prevenire lo scoppio di una grande guerra. 
Una ghinea sarebbe stata donata a un college femminile povero che avrebbe dovuto insegnare materie come la medicina, la pittura,la letteratura, la musica. Tutte queste materie avrebbero permesso lo svilupparsi della pace tra le persone, non generando quindi una violenta guerra. La seconda ghinea sarebbe stata destinata dalla scrittrice a un'associazione femminile che avrebbe permesso l'accesso delle donne alle libere professioni, purchè queste venissero gestite da donne e non da uomini. 
Infine la terza ghinea sarebbe stata destinata all'associazione pacifista maschile. 

Simone De Beauvoir invece appoggiò fortemente i principi femministi in un suo celebre romanzo che fece scalpore sul finire degli Quaranta del XX secolo: "Il secondo sesso". In questo scritto la De Beauvoir sosteneva che donne si diviene, non si nasce. In questo testo viene analizzata la condizione femminile su più piani d'analisi: economico, evolutivo, biologico, mitologico, storico, psicanalitico. 
In questo importante saggio inizialmente la donna viene osservata dal punto di vista maschile in una posizione di subordinazione, poi in ogni fase della sua vita, dall'infanzia fino all'età adulta. L'autrice inoltre analizza la donna nelle sue varie sfaccettature: madre, sposa, innamorata, prostituta, ecc...
Uno dei giudizi più importanti del saggio è quello secondo cui in un mondo più libero, dove alle donne venga
permesso di intraprendere una carriera lavorativa, vi potrebbe essere una maggiore uguaglianza tra i sessi. 
Inoltre esse dovrebbero acquisire un salario adeguato e importanti diritti legali, giuridici, politici e civili. 

Infine l'americana Betty Friedan, dopo aver realizzato tutta una serie di sondaggi sottoposti a casalinghe, laureate, donne di mezza età, scrisse negli anni Sessanta il libro: "The Feminine Mystique". L'autrice, nel suo libro-inchiesta affermò che fosse errato inquadrare le donne come coloro che si occupavano dei figli e delle faccende domestiche. 
Le donne, infatti, si sentono prigioniere dello stereotipo maschilista che le inquadra nel semplice ruolo di madre/casalinga. Esse si sentono subordinate agli uomini, incomplete e vuote. La Friedan infine sostenne che  esse dovrebbero cercare di distinguersi in campo professionale, riuscendo a svolgere così anche il ruolo di madre e moglie. 

Anche nel mondo letterario quindi gli ideali femministi riuscirono ad avere un grande spazio grazie a donne di grande spessore come Virginia Woolf, Simone De Beauvoir e Betty Friedan. 



domenica 13 novembre 2011

Le donne alla conquista dei loro diritti.


Uno degli aspetti principali su cui si basa il movimento femminista è la parità di diritti tra uomini e donne, che non era mai stata garantita nel corso della storia; le donne, infatti, in passato erano considerate come un possesso prima dei padri e poi dei mariti.
Nel corso della storia inoltre esse non hanno potuto godere di diritti fondamentali come il diritto di tutela sui figli, il diritto sul loro patrimonio che avrebbero dovuto ereditare per linea paterna, il diritto di voto. Il movimento femminista nacque nei primi anni del 1800 sulla base degli ideali illuministici e la diffusione dei suoi principi fu favorita anche dagli eventi che condussero alla Rivoluzione francese. Il movimento si basa su due principi fondamentali: la parità di diritti tra uomo e donna sul piano sociale, economico e politico e l'assunto secondo cui a forgiare l'identità sociale non siano elementi basati sul sesso biologico.

All'interno del femminismo inoltre è possibile riscontrare più femminismi, i quali si fondano su varie linee di pensiero come ad esempio il pensiero filosofico, quello socialista, quello nazionale e quello democratico. Vi furono delle donne coraggiose che cercarono di rivendicare i propri diritti già alla fine del 1700: ad esempio si ricorda la francese Olympe de Gouges che nel 1791 scrisse "La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina", l'inglese Mary Wollstonecraft che scrisse "A Vindication of the Rights of Woman".
Durante la Rivoluzione industriale inoltre esse dovevano occuparsi delle faccende domestiche, dell'educazione dei figli e lavorare a basso costo all'interno delle fabbriche.
Nel XIX secolo inoltre le donne non avevano ancora accesso a diritti fondamentali come il diritto di voto, il diritto alla rappresentanza parlamentare. Nel XIX secolo quindi nacquero due importanti movimenti femministi: il femminismo socialista che si batteva per importanti rivendicazione di tipo sindacale e il femminismo liberale che si batteva invece per l'ottenimento dei diritti civili.

Tra le maggiori esponenti del femminismo socialista si ricordano Marie-Reine Guindorf, Flora Tristan, Désirée Gay, Pauline Roland, Suzanne Voilquin, Jeanne Deroin che richiedevano diritti importanti come il diritto di voto, il diritto al lavoro, l'introduzione del divorzio. Tra le esponenti della corrente femminista liberale vi fu Elizabeth Cady Stanton che elaborò la Dichiarazione dei diritti delle donne all'eguaglianza, Harriet Taylor che scrisse "L'emancipazione delle donne".

Un altro femminismo fu quello anarchico secondo cui le donne sarebbero state liberate dall'oppressione maschile solamente mediante una sovversione sociale. Tra le sue maggiori esponenti vi furono Voltairine de Cleyre, Lucy Parsons e Emma Goldman.
Il vero e proprio manifesto del femminismo fu elaborato dall'americana Margaret Fuller nel 1843 e, dopo una rielaborazione, nel 1845 venne intitolato: "La donna nel XIX secolo". Nella seconda metà del 1800 le femministe furono sempre più attive, fondando numerosi giornali; ad esempio Marie-Reine Guindorf e Désirée Verret fondarono il giornale "La femme libre", espressione del femminismo operaio.
Fanny Richome diresse un altro giornale, "Le Journal des Femmes", in cui veniva delineata la figura di una donna che potesse esercitare il diritto al divorzio, il diritto di voto e il diritto all'istruzione.

In Inghilterra si affermò, all'interno del movimento femminista, il movimento delle suffragette che si batteva per l'acquisizione del diritto di voto per le donne. Le esponenti più importanti del movimento erano Christabel e Annie Kenney. Dopo anni di lotte, il Parlamento britannico nel 1918 adottò La Representation of The people Act, con cui si concedeva il diritto di voto alle donne agiate che avevano più di trenta anni.
Nel 1928 tutte le inglesi ottennero il diritto di voto. Sull'esempio dell'Inghilterra altri Paesi mondiali concessero il diritto di voto alle proprie cittadine: la Russia nel 1918, l'anno seguente gli Stati Uniti, nel 1931 il Portogallo e la Spagna, nel 1944 la Francia, nel 1946 l'Italia, nel 1952 la Grecia, nel 1971 la Svizzera.    

Il femminismo quindi nacque nel 1800 grazie a figure femminili coraggiose, le quali dovettero subire tante ingiustizie per poter ottenere dei diritti fondamentali che erano concessi solo agli uomini. Nonostante tutti i successi raggiunti dalle femministe in quest'arco temporale, ancora si sarebbe dovuto fare tantissimo nel corso del XX secolo per ottenere una piena parità di diritti tra uomini e donne.

venerdì 11 novembre 2011

Le donne del Risorgimento italiano, tra amor di patria e sacrificio



L'unità d'Italia è stato un processo molto lungo che ha visto come protagonisti non solo uomini coraggiosi come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, ma anche donne italiane eroiche e coraggiose. Molte di esse hanno sostenuto la causa nazionale combattendo al fianco dei loro mariti, mentre altre invece hanno contribuito alla formazione dello Stato nazionale, appoggiando moralmente i loro congiunti che scendevano sul campo di battaglia, mettendo a repentaglio la loro vita.

Vi sono esempi di donne italiane che si distinsero per il loro coraggio nel corso dei moti risorgimentali in vari modi; ad esempio Nina Schiaffino Giustiniani e Bianca De Simoni Rebizzo diedero ospitalità agli esuli presso le loro abitazioni, Antonietta De Pace che, appoggiando gli ideali mazziniani, istituì i comitati a sostegno di Roma Capitale (essendo però poi arrestata e condotta presso le dure carceri borboniche). 
Un altro esempio di eroina protagonista dei moti risorgimentali italiani è Enrichetta Caracciolo, di nobili origini, che fu costretta alla vita di clausura a causa dei suoi ideali liberali. La donna riuscì a scappare dal convento nel 1864 grazie all'aiuto di Garibaldi; successivamente scrisse anche un libro, "I misteri del chiostro napoletano", in cui raccontava gli anni terribili passati in convento, essendo costretta a subire vari soprusi. 

Anita Garibaldi fu un'altra delle grandi eroine che si distinse per il suo grande valore e la sua fierezza d'animo nel corso del Risorgimento italiano. 
Anita, dopo aver mostrato il suo grande valore in battaglia in Sud America al fianco del compagno, decise di seguire il marito Giuseppe in Italia. Giunta a Nizza, la donna si stabilì presso l'abitazione della madre di Garibaldi; la convivenza con la suocera si rivelò molto difficile, ma Anita rimase in Italia per amore dei figli e del marito, che era sempre in giro per l'Italia intento a combattere contro i nemici del grande sogno italiano, l'unità nazionale. 
La donna però viveva sempre più con sofferenza la lontananza dal suo amato, il quale si trovava a Roma per difendere la neo Repubblica Romana dagli attacchi dell'esercito che appoggiava il Papa. In questa circostanza quindi lei decise di raggiungere il marito nella città romana. Travestendosi da uomo Anita combatteva al fianco di Garibaldi e dei suoi compagni. Presto la situazione volse a favore delle truppe nemiche e Garibaldi, i suoi uomini e la giovane moglie del Generale italiano furono costretti alla fuga. Nel corso del viaggio che gli avrebbe condotti verso la salvezza, Anita si ammalò gravemente, morendo in giovane età. Con grande valore e grande spirito di sacrificio la donna visse gli ultimi istanti della sua vita accanto al suo grande amore. 

Un altro esempio di grande eroina italiana è Cristina Trivulzio di Belgioioso, la quale si distinse nel corso dei moti risorgimentali per il suo grande temperamento. La donna inizialmente fu una delle grandi protagoniste del riformismo sociale, per poi abbracciare gli ideali rivoluzionari, che avrebbero condotto all'unità d'Italia. 
Fu grande protagonista delle celebri "Cinque giornate di Milano"(1848), guidando "La Divisione Belgioioso" che era costituita da duecento uomini volontari. 
Successivamente Cristina giunse nella Repubblica romana, dove con grande ingegno decise di prestare soccorso ai feriti e agli ammalati con l'aiuto di un folto gruppo di donne. 
Dopo la caduta della Repubblica romana, la donna dovette rifugiarsi prima a Civitavecchia, a Malta, ad Atene e a Costantinopoli. Dopo aver visitato vari Paesi orientali, la donna ritornò in Italia, subendo la confisca dei beni da parte degli austriaci.

Tante sono state le donne che si sono battute per la formazione dello Stato unitario italiano, ma tra esse- esempio di grande fierezza e orgoglio per la Nazione-si ricordano anche Colomba Antonietta Porzi che morì durante i combattimenti e Tonina Mariniello che riuscì a imbarcarsi con i Mille, dopo essersi travestita da uomo.

Quindi non solo gli uomini, ma anche le donne italiane combatterono per la causa nazionale, contribuendo al processo che il 17 marzo 1861 condusse alla costituzione del Regno d'Italia.